La nipote di Benito Mussolini, Rachele parla del manager Anastasio dicendo che è un amico di famiglia ma ha sbagliato.
Rachele Mussolini, nipote del Duce Benito e figlia di Romano, ha parlato del manager Claudio Anastasio e di quello che è accaduto con il discorso copiato da suo nonno. La nipote di Mussolini è consigliera comunale a Roma con Fratelli d’Italia ed è stata lei stessa a presentare Anastasio a Giorgia Meloni. Intervistata da Repubblica, parla del manager che si è dimesso dopo il terribile scivolone, con stima e affetto ma condannando il gesto.
Claudio Anastasio, il manager di 3-I ha commesso un “imperdonabile errore” nell’inviare una mail che parafrasava il discorso di Benito Mussolini dopo l’omicidio Matteotti. «Lo conosco da 30 anni. Eravamo ragazzini, dirimpettai nello stesso palazzo a Talenti». Anastasio, secondo Rachele, non è né fascista né un politico. Era amico di suo padre Romano e dei suoi zii Edda Mussolini e Vittorio ma “è una persona aperta, open-minded”.
La nipote di Mussolini sottolinea che il manager è una brava persona e open-minded
Con l’email però ha commesso un gravo errore pur essendo “un genio nel suo campo” dice Rachele insistendo sul fatto che Anastasio è una “bravissima persona“. Racconta che si era gettato nell’avventura «dando tutto se stesso, rimettendoci di tasca sua» poiché «la società non era ancora avviata. Stava lavorando a titolo gratuito».
La nipote di Mussolini dichiara di essere basita da questo gesto: “Non mi so spiegare quello che è successo” aggiungendo che il manager le ha anche detto di non aver realizzato la gravità della cosa. Inoltre, Anastasio si è difeso dicendo che si trattava di comunicazione private. Però «Se sei a capo di una società non c’è niente di privato». Anastasio «si è saputo rialzare dopo qualche rovescio», ma quello di ieri «è stato uno scivolone. E io ho subito condannato la sua uscita». Questa polemica passerà, ne è sicura Rachele Mussolini anche perché si tratta di un incidente passeggero: «Claudio non ha ucciso nessuno. Non si è appropriato di soldi pubblici».
